il piccolo Salvatore viveva un’infanzia felice, coccolato da papà e amato dalla mamma. Amici e parenti nelle riunioni di famiglia non mancavano di invitarlo a cantare qualche canzone allora in voga per poi finire con o sole mio, cavallo di battaglia del piccolo e audace cantore, che per nulla intimorito non si faceva tanto pregare. All’età di 10 anni, frequentando la parrocchia, rapito dalla soavità della musica liturgica, gli viene il desiderio di entrare in Seminario per frequentare la scuola media. Ben presto i Superiori si accorgono della bella voce del piccolo seminarista e chiamandolo voce argentina da subito gli affidano gli assolo delle Messe, dei canti liturgici e delle operine che si preparavano per le feste. Che triste giorno per il piccolo Turi, quando il direttore musicale, Padre Giosuè Chiari (divenuto poi direttore del Museo Belliniano), accompagnandolo al pianoforte in un pezzo lirico per lui adattato: Suoni la tromba. Sentendo la sua voce estesissima e potente gli predice che probabilmente, dopo la mutazione sarebbe divenuto un basso. Il piccolo artista scoppia in un pianto dirotto e fra le lagrime diceva: “No, basso mai, o tenore o niente altro!”.
uscito dal Seminario, intraprende le scuole superiori, prima al liceo scientifico e poi a geometra. Non aveva più pensato seriamante al canto e si limitava esibendosi in qualche romanza o in qualche canzone strimpellata e canticchiata fra amici e compagni di scuola.
A 18 anni, già diplomato geometra, l’episodio che si sarebbe rivelato decisivo per le sue scelte future. Invitato al matrimonio di un cliente, al quale aveva progettato la casa,assiste ad uno spiacevole contrattempo.
Il tenore che avrebbe dovuto con la sua voce accompagnare gli sposi, ha un preoccupante ritardo, e la sposa non vuol saperne di entrare in chiesa poichè teneva moltissimo all’Ave Maria.
Era risoluta al punto di rinviare il giorno delle nozze. Il panico era tra gli invitati e l’impaziente sposo ritto ad aspettare davanti l’altare con i fiori in mano.
Ricordandosi di avere una voce argentina, Fisichella si offre in sostituzione del tenore lumacone che rischiava di compromettere il matrimonio.
Canta tra lo stupore di tutti, riscuotendo i primi meravigliati consensi, soprattutto da parte del tenore designato, nel frattempo arrivato, che lo invita a recarsi con lui, la stessa sera, dalla sua maestra di canto Sara Messina, che ascoltandolo gli predice un florido futuro canoro.
Un breve periodo di studio vocale che non soddisfa appieno il Fisichella, poiché le lezioni si concludevano sempre con un <<Bravo! Bravissimo!>>.
e le giornate dell’aspirante tenore: trovare un maestro in gamba che sapesse limare, plasmare, valorizzare quel tesoro che aveva in gola.
Catania, allora, non difettava di buone scuole di canto, Fisichella sceglie quella che allora era considerata più esosa e più rigorosa: Maria Gentile, soprano catanese dall’illustre passato artistico, che lo sottopone a sei anni di studio rigoroso e stressante; le lezioni si concludevano sempre con un: <<No! Così non và!>>.
Anni di angoscia ed ansia, di scoraggiamento e di sogni soprattutto quando ascoltava i divini del momento (Del Monaco, Di Stefano, Corelli, Bergonzi, Raimondi etc.), ma anche di soddifazioni quando gli applausi accompagnavano i piccoli concerti che la Gentile organizzava per mettere alla prova i suoi giovani studenti.
I buoni risultati non tardano a venire. I grandi sacrifici economici per pagare le lezioni di canto e i travagli spirituali vengono ripagati nel 1970, quando il Fisichella vince il XXIV° CONCORSO LIRICO ADRIANO BELLI DI SPOLETO con il massimo assoluto dei voti.
Egli presentava come opere studiate: I PURITANI, LA FAVORITA e RIGOLETTO. L’incredulo maestro Sanpaoli, Deus ex machina, dell’organizzazione spoletina, che prima diffidava del fatto che un giovane potesse presentare un repertorio tanto difficile, dopo averlo acoltato, gli appioppa un 10 e lode, divenendo, poi, fra i più fervidi sostenitori del giovine artista e pronto a dispensargli sempre i più saggi consigli all’inizio della carriera.
Fisichella esordisce, nella stessa Spoleto, con la direzione di Ottavio Ziino, quale protagonista nel WERTHER di Massenet.
È un’edizione che la critica definisce di Alto Livello e che va in giro per tutta l’Italia.
a questo prestigioso concorso di canto spronato dal padre Filippo, entusiasta da sempre della sua voce e credente in un suo florido futuro, che morente si fa perentoriamente promettere dal figlio la sua partecipazione a quella importante e difficile prova. La sera del debutto tra la gioia del successo, il tripudio dei primi fans e sostenitori, la felicità della mamma presente, che con tanto sacrificio aveva affrontato in treno il lunghissimo viaggio da Catania, una grossa lagrima solca il viso del neo-tenore rivolta alla memoria del padre morto e a lui dedica tutta la sua carriera artistica. Due punti restano fermi, soprattutto nei suoi momenti artistici più difficili: La protezione dall’alto dell’amato padre e i Rosari della cara madre recentemente scomparsa accompagnavano il cammino artistico del tenore. La ruota della fortuna comincia a girare e girerà più vorticosamente: nello stesso anno il teatro dell’Opera di Roma gli affida due recite di Rigoletto e ben sette recite di Puritani con Mirella Freni, Cornel mac Neill, direttore Armando La Rosa Parodi.
Ancora nel 1971, insieme a Leila Gencer,direttore Gianandrea Gavazzeni, si ritrova sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo in Elisabetta Regina d’Inghilterra; poi l’anno successivo, sempre all’Opera di Roma e sempre con la Freni e Ghiaurov, nel Faust di Gounod, direttore George Pretre. Nell’aprile del 1973, esordisce al teatro Bellini di Catania con la Boheme di Puccini, insieme a Lidia Marimpietri, direttore Zoltan Pesko. Da questo momento è difficile seguire la complessa, vivacissima attività che porta il Fisichella ad esibirsi nei maggiori Teatri, Istituzioni e Accademie del mondo (Roma, Milano, Torino, Venezia, Verona, Genova, Napoli, Bari, Palermo, Catania: Sua città natale dove si produce frequentemente, Londra, Edimburgo, Parigi, Marsiglia, Nizza, Avignone, Tolosa, Bordeaux, Rouen, Vienna, Bregenz, Lugano, Berna, Basilea, Zurigo, Berlino, Bonn, Monaco, Amburgo, Francoforte, Dortmund, Essen, Dusseldorf, S. Paolo do Brasil, Montreal, New York, Tokio, etc…). Tra la ridda di nomi e titoli peschiamo una presenza (1973) al festival mercadantiano di Altamura nell’opera Elisa e Claudio. Nel 1975, a Pesaro, si rivela unico interprete in grado di affrontare la Messa di Gloria di Rossini, una partitura difficilissima sempre evitata dall’elite del bel canto. Nel 1983, a Lucca,una deliziosa Boheme con Katia Ricciarelli. Nel 1984, allo State Theater di Berna, La Favorita di Donizetti (Buna Baglioni, Giorgio Zancanaro, Bonaldo Giaiotti; direttore Nello Santi). Proprio in quest’occasione, il critico del giornale Der Bund, lo definisce <>, giudizio citato pure dal periodico Opera News di New York. Da questo momento comincia una collaborazione artistica con il Maestro Nello Santi che spinge il tenore ad affrontare con lui ruoli difficilissimi come I Puritani, La Gioconda, Guglielmo Tell, La nuit de Mai, Rigoletto, Il Pirata, Messa di Requiem etc. Nello stesso anno alla Konzerthaus di Vienna, lo Stabat Mater di Rossini. Un’altra chicca per i musicofili, nel 1985 al festival di Bregenz, dov’è ancora una volta Arturo ne I Puritani (al suo fianco La Gruberova e Zancanaro, direttore Masini). Anche a Dorthmund è arturo e i Theater Magazine cui fa eco Hellweger, lo definisce <>. Per Radio Berlino, nel 1985, commemora con un pubblico concerto il 150° anniversario della scomparsa di Vincenzo Bellini.
del 1986,
esordisce al METROPOLITAN di New York con la Sutherland. Lo spettacolo suscita viva impressione presso la stampa Newyorkese che ne decreta il successo senza precedenti. È proprio il coronamento di una carriera che tocca vertici invidiabili e che lo conferma come uno dei tenori lirici più apprezzati. Radio, Televisioni, Dischi, hanno dato testimonianza della stupenda voce all’ italiana del Fisichella, in Opere e in Concerti, facendolo apprezzare come fine interprete ed in possesso di una tecnica vocale che lo porta agevolmente al sovracuto”solare”. La Sua duttilità vocale e l’incisivo fraseggio lo portano a spingersi anche nel repertorio post-belcantistico e verista. Ricordiamo nel 1988 l’inaugurazione del Regio di Torino con “GIOCONDA”.
È conquista dell’estate 1990, al 36° PUCCINI FESTIVAL il ruolo di Mario Cavaradossi, inTosca, dove il Fisichella ha riportato un personale e trionfale successo. Altre opere a parte quelle citate, completano il repertorio del Fisichella: Rigoletto, Nabucco, Messa di Requiem (Verdi), La Traviata, Boheme, Madama Butterfly, La Favorita, Lucia di Lammermoor, Roberto Devereux, Lucrezia Borgia, Mosè in Egitto, Otello (Rossini), Elisabetta Regina d’Inghilterra, Stabat Mater, Messa di Gloria (Rossini), La Straniera, Beatrice di Tenda, I Capuleti e i Montecchi, Faust, Mefistofele, Le due vedove (Smetana), Elisa e Claudio (Mercadante), Luisella (Mannino) e Attila. Il consenso sulle qualità del Fisichella è stato unanime anche da parte dei critici più autorevoli ed esigenti quali Rodolfo Celletti,Giorgio Gualerzi,Paolo Isotta,Teodoro Celli,Guido Pannain, Lorenzo Pinzauti, Elvio Giudice . Mario Pasi lo ritenne fra i migliori nel Mega-concerto all’ARENA DI VERONA per il centenario della nascita di Beniamino Gigli, (Corriere della Sera 29/8/1990). Il ruolo di Edgardo nella “LUCIA DI LAMMERMOOR” al teatro ALLA SCALA di Milano nel maggio del 1992 testimonia, ancora,un suo personale successo. Il pubblico parigino alla fine del CONCERTO BELLINIANO al teatro CHAMPS ELYSEES organizzato dall’Amministrazione della Provincia di Catania , nel maggio 1992, gli ha riservato 22 minuti d’applausi e il consenso della critica che lo ha definito migliore interpretre belliniano del momento. Stessa conferma e stesso successo per IL PIRATA del 1992 all’ OPERNHAUS di ZURIGO.
del tenore siciliano al Regio di Parma nella felice esecuzione di TOSCA con Kabaivanska e Zancanaro, all ‘ARENA DI VERONA nella applauditissima TRAVIATA diretta da G. Kuhn, e al Grande di Brescia nel RIGOLETTO in coppia con Leo Nucci.
Il 1994 segna ancora una volta l’esecuzione de I PURITANI al Bellini di Catania, Mma BUTTERFLY al Massimo di Palermo con la Kabaivanska e la regia di M. BOLOGNINI e LA TRAVIATA ancora al Massimo di Palermo con la regia di Sandro Sequi e all’ABAO di BILBAO.
Il PREMIO BELLINI D’ORO 1994 assegnato al Fisichella dalla Aapit di Catania nella sede del Teatro Massimo Bellini il 16/10/1994 oltre ad elogiarne la qualità vocale, mette in risalto il numero dei personaggi belliniani cantati, primato nel secolo, e lo consacra fra i più grandi interpreti del Cigno catanese.
Ancora un grande riconoscimento internazionale viene attribuito al tenore catanese assegnandogli il 17/12/1994 l’VIII° PREMIO INTERNAZIONALE GIACOMO LAURI VOLPI patrocinato dal comune di Roma-Assessorato alla Cultura-con il teatro dell’Opera.
Il 1995 vede impegnato l’Artista in una grande FAVORITA al Bellini di Catania,trasmessa in diretta per RADIO, riportandone grande successo personale di critica e pubblico. Stesso successo per il RIGOLETTO diretto da Santi con Leo Nucci all’Opernhaus di Zurigo e per quello allestito per il gran liceo di Barcelona.
In coppia con la Ricciarelli è invitato al grande concerto che ha chiuso le manifestazioni in OMAGGIO A PIETRO MASCAGNI a 50 anni dalla morte a Vizzini, nello scenario naturale di Cavalleria rusticana, suscitando vasta eco nel mondo culturale e musicale.
Ancora un grande successo per il REQUIEM di Verdi a Solingen con il MGV Wupperhorf chor 1812, di cui il Fisichella è membro onorario, con Rybarska, Baglioni, Nesterenko, registrato in CD.
Il 1996 segna il ritorno del nostro a Tokio in una sfarzosa e memorabile TRAVIATA con June Anderson e la BOHEME per il centenario a Cagliari e sopratutto a Torre del Lago, per il 42° Festival Pucciniano,nella bellissima Boheme firmata da Mario Monicelli.
Grande successo ,ancora,per il REQUIEM di Verdi nei tre concerti al Filarmonico di Verona e sociale di Mantova diretti da Nello Santi,e per i Rigoletti in coppia con Nucci e Zancanaro all’Opernhaus di Zurigo (1997).
Ancora nel 1997 è invitato ad uno dei concerti di apertura del restaurato Teatro Massimo di Palermo: IX SINFONIA di Beethoven (Gasdia, Casolla, Peterson, direttore Neschling). LA TRAVIATA e la Messa di Requiem al III° Festival d’Opera Avenches e Boheme e Rigoletto con Nucci al 7° Festival Classic Openair, lo vedono applauditissimo interprete.
Importante il Concerto al Filarmanico di Verona con Maurizio Arena dove per la prima volta esegue il difficilissimo INNO DELLE NAZIONI di Verdi.
A Catania in Cattedrale esegue la inedita MISSA PRO DEFUNCTIS 1809 di Geremia e la MESSA SECONDA in sol min. di Bellini con Katia Ricciarelli; direttore Douglas Bostock che registra anche in CD per la Classico records.
Il 1998 vede impegnato il Fisichella in Tre grandi concerti di Capodanno assieme a Katia Ricciarelli per la Regione Sicilia che hanno riscontrato grande favore di pubblico, in RIGOLETTO allestito dal Teatro Massimo Bellini di Catania (Nucci, Pace, direttore Nello Santi) e nel CONCERTO DEI GRANDI TENORI SICILIANI organizzato dal Teatro Bellini di Catania che ha riscosso vivo successo.
Importante avvenimento è l’assegnazione del “GIGLI D’ORO” 2.a edizione – Una vita per la Musica in Recanati, città natale del mitico tenore.
Nel 1999 ancora una volta il Fisichella è invitato al Puccini Festival ad intrepretare “La Boheme” riportando un successo indimenticabile. Recanati invita ancora il Nostro, assieme a due illustri colleghi tenori, in un memorabile concerto sotto le stelle nella piazza che vide Gigli esibirsi molte volte per i suoi concittadini.
A Johnstown (Pittsbourg – USA) Fisichella viene apprezzato ancora una volta nell’attesissimo concerto – festival che annualmente organizza Pasquarilla center.
Il 2000 vede il Fisichella impegnato nel “Macbeth” al Massimo Bellini di Catania, in “Madama Butterfly” al Puccini FestivalFestival e “Boheme” al Den Norske Opera di Oslo.
Il Nuovo Secolo 2001 viene aperto dal Fisichella con 2 grandi Concerti per la notte e il giorno di Capodanno a Pechino, unica voce europea invitata in questi memorabili concerti che riuniva i tre piu grandi Cori e le tre più grandi Orchestre della Cina.
Per l’anno Belliniano è protagonista assieme a Lucia Aliberti e Roberto Frontali de”Il Pirata” allestito dal teatro Massimo Bellini.
A St. Gallen “Rigoletto” per l’Opera Gala allo Stadttheater e al Festival Open Air di Solothur.
Ancora una volta interpreta Cavaradossi per “Tosca” ad Helsinki e Tebaldo per “Capuleti e Montecchi” al Norske Opera di Oslo.All’Opera di Lodz è staordinariamente acclamato per due concerti belliniani con “I Puritani” in esecuzione concertante, costretto a bissare numerevoli volte arie del suo repertorio.Il Magyar Allami Operahaz lo vede interprete, per il festival Pucciniano, di “Boheme” e “Madama Butterfly”.
l’Artista soccombe al grave lutto per la perdita della tenera madre a cui era molto legato e che gli ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita e nell’Arte.
E’ come se di colpo l’Angelo protettore lo avesse abbandonato.
La carriera artistica continua fra il 2002 e il 2004 con “Boheme”, “Traviata” e un “GalaKonzert” a Solhothurn,Tenuta di Masterclass (V° International Vocal Masterclass in Akademia Muzyczna in CDANSK), ”Tosca” a Helsinky, ”Premio Beniamino Gigli” Muistokonsertti 2003 all’Oopera di Helsinki all’Aminsali e per Noto Musica il grande concerto vocale per il XXVIII FESTIVAL INTERNAZIONALE 2003, dove Fisichella fa esibire accanto a lui le due allieve di canto Nancy Calà e Maria Russo.
Nel 2004 fra le tante esibizioni si realizza il sogno del Fisichella di interpretrare il ruolo di Pollione nella Norma del suo amato Bellini,onde poterne completare tutto il repertorio. L’occasione arriva dall’Oopera di Helsinki, nell’allestimento della “Norma” con la regia di Renata Scotto, dove il Fisichella ottiene un lusinghiero successo di critica e di stampa che lo ha definito (cfr. Ilmo Pokkinen / Kouvolan Sanomat 31.3.2004) come migliore artista lirico che abbia mai cantato in quel teatro.
Dopo questo successo ed espletati alcuni contratti nel 2005 (Grande Concerto a Berna con Chiara Taigi, Faust al Solothurn con i complessi Bielorussi e il Premio alla Carriera a Giuseppe Di Stefano assieme al tenore collega Marcello Giordani al Bellini di Catania) è decisione del Fisichella, ancora in piena forza vocale, ritirarsi dalle scene per dedicarsi ai giovani talentuosi artisti attraverso Masterclass organizzati in tutto il mondo.
Fra i tanti che hanno potuto beneficare dei suoi consigli artistici tenori del calibro di Joseph Calleja, Edgardo Rocha, Enea Scala, e altre artiste come Tsvetana Bandalovska, Nathalie Boissy, che oggi calcano le scene dei più prestigiosi teatri d’opera.
A coronamento della Carriera gli viene assegnato da parte dell’Associazione Amici della Lirica città di Varese l’ambito premio FRANCESCO TAMAGNO ANNO 2013: ”Quale interprete di molte opere ha varcato i nostri confini con una superiore preparazione ed un talento fenomenale.
Il Suo impegno e la Sua personalità siano d’esempio alle future generazioni”.
Il critico e collezionista francese Iacques Guy ebbe a dire per Radio recensendo il “Guglielmo Tell” cantato dal Fisichella in Francia: <<…Egli li supera tutti. La bellezza del timbro e la facilita’ degli acuti e sovracuti era già da noi conosciuta.
Egli ha aggiunto oggi un centro di sognante bellezza e un basso sontuoso.
Non aggiungerei niente, salvo di benedire il cielo di vivere attualmente, per beneficiare, grazie al tenore di Catania, dei moment artistici indimenticabili.>>.
E ancora in un articolo di Alain-Marc Delbouys si può leggere: <<… il suo do sovracuto è senza trucco. La sua voce dalla tessitura molto alta dove tutto è legato ed ha corpo, ne fanno uno dei dieci migliori tenori di tutti i tempi>> (LA DEPECHE 16/1/1994).
Il Dizionario enciclopedico dell’Opera lirica di Harold Rosenthal & John Warrack curato da Roland Mancini & J.J. Rouveroux edizioni Arthem Fayard 1995, alla voce corrispondente al Fisichella, dopo breve curruculum conclude: ”… d’una voce incambiata dopo 25 anni di carriera; intrinsicamente il più bel timbro dei tenori italiani di oggi”.